Conoscete il ristorante La Bandiera?
Civitella Casanova è un piccolo borgo d’Abruzzo dove il tempo sembra essersi fermato. È qui che da decenni si scrive una delle pagine più autentiche di questo territorio, grazie alla famiglia Spadone e al loro ristorante La Bandiera, una stella Michelin che non brilla solo per tecnica e rigore, ma per identità e coerenza.
Marcello Spadone, con la moglie Bruna e i figli, ha costruito un modello di ristorazione che affonda le radici nella terra, nella memoria contadina, nella stagionalità più vera. Un luogo dove l’orto è ancora protagonista, dove ogni piatto racconta un frammento di paesaggio, una tradizione mai cristallizzata, sempre in ascolto del presente.
Il menu “Mare e Campagna” che ho provato è uno dei loro percorsi più rappresentativi, racconta bene il legame tra l’Adriatico e l’entroterra abruzzese, esprimendo la stagionalità con grandissima sensibilità. L’abbinamento con il Pecorino di Emidio Pepe, poi, è una scelta di personalità, un vino biodinamico, materico, capace di reggere anche piatti strutturati.

L’inizio è stato un arrosticino atipico, mazzancolla, guanciale, pepe d’acqua e cavolfiore. Un boccone che dichiara subito l’intenzione del percorso, fondere le anime del territorio in un linguaggio gastronomico colto ma mai pretenzioso. La minestra di ortaggi, funghi e lenticchie croccanti è un omaggio alla cucina domestica, ripensata con mano contemporanea. La tartare di manzo con rivotica d’orzo e orapi porta nel piatto la montagna, la forza vegetale, la sapidità controllata.



Un momento particolarmente emozionante arriva con i trinciatelli in brodo di pesce e lattuga di mare, che riportano al mare con una delicatezza quasi mistica. Ma è con L’Amatricina che si cambia ritmo, un piatto divertente, saporito, dove i cappelletti farciti con ventricina e caciocavallo giocano con la memoria in modo diretto, senza filtri.


Il rombo chiodato alla brace, con la sua salsa ristretta, è puro silenzio aromatico, mentre l’agnello del Parco I.G.P. al fieno greco è un tributo all’Abruzzo pastorale, carnale, quasi ancestrale. Il dessert, Fra-Goloso (fragole, basilico, olio evo e mascarpone al limone), chiude il cerchio con grazia e leggerezza, mentre la piccola pasticceria accompagna gli ultimi sorsi di un vino che non smette di dialogare con la memoria.





Il Pecorino di Emidio Pepe, con la sua verticalità e il suo carattere, ha legato ogni passaggio con naturalezza. Un compagno di viaggio vero, non un semplice vino.
Sedermi oggi a La Bandiera è stato come entrare in punta di piedi in una poesia scritta a più mani, la terra, il mare, il tempo, la famiglia. Ogni piatto era una pennellata precisa, mai gridata, di un Abruzzo autentico, coltivato con amore e cucinato con rispetto.
Esco da questa esperienza con addosso la sensazione di aver toccato con mano qualcosa di raro: LA COERENZA.