Dal laboratorio di Viale Aventino alla nuova storia della pizza in teglia a Roma: il viaggio di Ruver
C’è un laboratorio a pochi passi dal Circo Massimo dove la pizza in teglia sta scrivendo una nuova pagina della sua storia a Roma. Si chiama Ruver Teglia Frazionata, il progetto di Alessandro Ruver, giovane pizzaiolo classe 1994, già forte di un’importante esperienza accanto a Gabriele Bonci, e oggi deciso a tracciare una strada tutta sua.

La filosofia di Ruver è chiara fin dal primo morso: ingredienti eccellenti, un impasto lavorato con tecnica sopraffina “ lunga lievitazione di 36 ore, con un’aggiunta calibrata di farina di riso per un effetto estremamente croccante ma leggero “ e una visione contemporanea che punta tutto sulla frazionabilità. I tranci non vengono venduti al peso, come da tradizione romana, ma già porzionati, ognuno con il proprio prezzo, in un approccio trasparente e moderno che valorizza il lavoro artigianale e migliora l’esperienza del cliente.

Durante la mia visita, ho avuto modo di assaggiare diverse delle sue creazioni, ognuna rivelatrice della filosofia che anima Ruver.
La Ragùver – pizza al pomodoro biologico, ragù rustico di Chianina, parmigiano reggiano e un filo d’olio extravergine – è una sintesi di comfort e complessità, capace di restituire tutta la golosità di un piatto tradizionale su una base di pane moderno.

La proposta ai carciofi e quella alla crema di ceci al limone raccontano un’attenzione profonda per la stagionalità e per la valorizzazione dei vegetali, con sapori nitidi, equilibrati, e mai banali.

Straordinario il trancio con rosbif e spinacino, un piccolo concentrato di sapidità e freschezza, così come il più “casalingo” ma centrato abbinamento di guanciale, uova strapazzate e cipollotto, perfetto omaggio alla romanità in chiave creativa.

Sorprendente infine la pizza con il gateau di patate, un inno alla cucina popolare che si fa elegante, con una consistenza morbida e avvolgente che contrasta la base croccante.
Quello di Alessandro Ruver è un percorso fatto di studio, tecnica, visione, ma soprattutto di una passione autentica che si sente in ogni dettaglio.
Non cerca scorciatoie, non si piega alla moda fine a se stessa: racconta invece una pizza contemporanea che ha radici profonde nella tradizione, nella memoria, nella qualità.
In un panorama romano ricchissimo e a volte dispersivo, Ruver è una voce nuova, sincera, necessaria.
Oggi il suo laboratorio è ancora un luogo di culto per pochi intenditori. Domani, sarà uno dei riferimenti assoluti per chiunque voglia capire dove sta andando davvero la pizza in teglia a Roma.
Assaggiarlo adesso, nel pieno della sua crescita, è un privilegio.